Martedì, 8 marzo 2011
ore 11,10
Napule è …mille colori, mille paure..
… un intersecarsi di contrasti, fatalismo, disinteresse, voci e odori. Di luoghi belli da far male, carte arrotolate e dimenticate per terra, luci e ombre.
Non spetta a me giudicare una città che conosco appena, ma posso raccontarvela così come l’ho vissuta-sentita-assaporata in modo frammentario, superficiale, viscerale, gioioso e assolutamente personale, durante lo scorso weekend.
I vicoli del centro storico mi ricordano vagamente la Sicilia, ma con una nota più malinconica e sonnolenta. Momenti di pura quotidianità si alternano a fascinose visioni (segnalo il Museo Cappella Sansevero, una meraviglia da non perdere).
San Gregorio Armeno: attualità politica, ironia, dissacrazione, miti e personaggi della storia napoletana, riti scaramantici (per turisti?), fede calcistica, souvenir ad alto tasso di kitsch. L’insalata è servita!
Arte e improvvisazione (ma non troppa! son bravi!): la piazza è il palcoscenico degli artisti di strada. La storia di Pulecenella (Pulcinella) maschera napoletana che sa sempre come togliersi dai guai.. è di scena la domenica mattina e coinvolge chi passa..
Il cibo? Tra i simboli della cucina partenopea: pesce e anguille..
O’ babà è una cosa seria. E la concorrenza tra le pasticcerie quasi spietata (smile): dall’insegna-pulcinella-babà al babà-gigante.
Il rito dei pasticcini della domenica (c’è anche in Sicilia!!). Tutti da Scaturchio! E io non faccio eccezione.. soccombendo di fronte a babà e ministeriale (cioccolata ripiena di crema di liquore). Il babà è tra i più buoni che io abbia mangiato ultimamente: morbido, ben imbevuto, delicato e leggerissimo. (A proposito: la saletta interna è piuttosto deludente, buia, freddina e non troppo accogliente, peccato!!)
Un passaggio veloce dallo storico Gay Odin per una tavoletta di cioccolata (non l’ho ancora assaggiata, vi farò sapere! P.s. l’accoglienza in negozio non è stata particolarmente calorosa uhm uhm..).
E un’occhiatina frettolosa, allo storico Caffè Gambrinus.
Senza trascurare il fatto che è Carnevale e piazza del Plebiscito è invasa da bambini e coriandoli, zucchero filato e palloncini.
C’è sempre tempo, infine, per una pizza al volo – anche se non indimenticabile per bontà – prima di lasciarsi la città alle spalle (la sera prima l’abbiamo mangiata al Trianon – unico locale di nostra conoscenza aperto fino a tardi, il sabato notte – molto buona ed economica. Ma per i foodies c’è Michele a Forcella).
Che belle foto, mi hanno commosso, ho rivisto i luogo legati all’infanzia e la giovinezza, il cioccolato di Gay Odin, i babà di scaturchio, e p.zza Plebiscito con la Chiesa di San Francesco di Paola dove mi sono sposata, la Napoli kitch e quella pittoresca, grazie per questo viaggio virtuale :)))
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Ciao Ady!! Oh hai fatto commuovere anche me con le tue parole. Non posso dirti altro che grazie.. :)
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Ciao! il mio ragazzo è Napoletano….. quando va a trovare i suoi e poi torna qui porta delle cose che sono…. fantastiche!!
le sfogliatelle per esempio …. la pastiera che fa sua mamma… una delzia!!!!! e gli strufoli???? mamma mia……..
tutto buonissimo!!!!!!!!!!!!!!
ciao!!!
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Ma davvero?? Allora sei fortunata!! I dolci napoletani sono di una bontà incredibile..
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Ciao!!!!!! ti è arrivata via mail la foto della torta con la glassa fatta tipo quella della sticky coffe?!?!?!?!?!?!?!!?!?
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Sì! L’ho vista solo adesso perché ho dovuto finire un articolo. Bellissima!!!!!! Fa venir voglia di mangiarla…. miam miam
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Bellissime le tue foto, le tue ricette e il tuo ritratto di Napoli, città di un fascino più unico che raro.
Mi sa tanto che divento subito tua follower. :)
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Ciao Doriana! troppo gentile.. (mi fai arrossire!) grazie
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