La mafaldina siciliana

Sabato, 16 giugno 2011

Catania, ore 8,00

Pane, pane, delle mie brame, chi è la pagnotta più bella del reame? La Mafalda siciliana, no?!!!

Prima di tornare al Noooord, voglio parlarvi del mio panino preferito…. quello con cui sono cresciuta e che mangio ancora tutte le volte che torno sull’isola.

La “mafalda” o “mafaldina” ha origine antica e popolare. Era un pane tipico dei quartieri meno ricchi e si trova un pò in tutta la regione. La sua crosta è di un bel giallo dorato, poco spessa, a renderla speciale sono le decine di semi di sesamo o giuggiulena buttati a caso sulla sua superficie che ne caratterizzano inevitabilmente aspetto e sapore.

Gli ingredienti sono semplici e basilari: farina di semola grano tenero, malto, lievito di birra, sale e acqua. La forma è unica: come potete ben vedere è un cilindro ripiegato a spirale (una serpentina) per 4 volte la cui parte iniziale viene poggiata sul pane in senso longitudinale. La mollica è fitta e soffice, delicata.

La mafaldina calda calda, appena sfornata, è ottima con tutto (! sono di parte???!): ma la “morte sua” come dicono i romani è probabilmente con le panelle palermitane e i salumi. Poi c’è il condimento più semplice e buono che possa esistere per il pane (e qui scattano i miei ricordi di gioventù!): olio extravergine d’oliva, una punta di sale e una manciata di origano.

Piesse: tornata a casa ho preso tra le mani l’Atlante del pane di Sicilia e ho trovato qualche notizia sfiziosa sulla tradizione del pane siciliano. Ecco qualche pillola!

In tutta l’isola la panificazione era compito prettamente femminile, nella zona di Modica spettava alla donna occuparsi anche della molitura del grano (andava al mulino con i sacchi sulle spalle).

Il pane si faceva una volta a settimana, ma mai di domenica e nelle feste comandate per paura di mancare di rispetto a Dio.

Impastando il pane le massaie di Noto recitavano il Credo e facevano una croce sulla farina prima di aggiungere l’acqua.

Al passaggio degli sposi albanesi (a Piana degli Albanesi, vicino Palermo) i parenti e gli amici gettavano manciate di frumento, legumi e briciole di pane.

12 commenti Aggiungi il tuo

  1. Ilaria ha detto:

    Che gooola!!
    Sigh! Speravo di trovare la ricetta.

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    1. Alessandra ha detto:

      @Ilaria eh purtroppo non ce l’ho!!! ma se la trovo ve la passo :)

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  2. Elena ha detto:

    Pura poesia….concordo in tutto quello che hai scritto, fino all’ultima virgola :P

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    1. Alessandra ha detto:

      @Elena grazie! :)

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  3. maia ha detto:

    non l’ho mai assaggiato questo bellissimo pane ma dalla tua descrizione e foto me ne sono gia’ innamorata!

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    1. Alessandra ha detto:

      @maia eh già!!! concordo ;)

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  4. lerocherhotel ha detto:

    semplicemente meravigliosa!

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    1. Alessandra ha detto:

      @lerocherhotel eh la mafaldina..che buona! :)

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  5. Reb ha detto:

    Vale se ti dico che le panelle le mangerei subitizzimo, anche senza quella bellissima mafaldina? Baci

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    1. Alessandra ha detto:

      @Reb e pure io!!!! anzi senza pane se ne possono mangiare di più! ;)

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  6. Narcysa ha detto:

    No,no,no, non sono d’accordo. La morte della mafaldina calda calda, a parte olio e origano, è la mortadella :))))

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    1. Alessandra ha detto:

      @Narcysa ma sì hai ragione anche tu, chi rinuncia a una mafaldina calda con “mortazza”??? :)

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