5 cose da fare (in estate) nella “mia” Sicilia

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Andare alla scoperta dei piccoli paesini disseminati lungo la costa tra Catania e Siracusa (magari scendendo giù fino a Marzamemi e poi Punta Secca). Fare una sosta a Brucoli perché qui il tempo si cristallizza in un mare blu cobalto che riempie lo sguardo.

Explore the small villages along the coast between Catania and Siracusa (maybe dropping down to Marzamemi and then Punta Secca). Make a stop at Brucoli where the time is crystallized in a cobalt blue sea hard to forget.

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Sedersi pieds dans l’eau a uno dei tavolini bianchi consumati dal mare e dalla salsedine del ristorante I Rizzari (a Brucoli). Pesce fresco, atmosfera siciliana e il blu tutto intorno. Una finestra sul mare per sognare che le vacanze siano infinite, come il cielo siculo, e assaporare la semplicità delle ricette locali (dal pesce grigliato condito con il classico salmoriglio e un tocco di semi di finocchio, alla frittura, alle bruschette con ricci di mare).

Sitting pieds dans l’eau at one of the white tables at I Rizzari restaurant (in Brucoli village). Fresh fish, Sicilian atmosphere and blue all around. A window on the sea to dream that the holidays are endless, as the sicilian sky, and enjoy the simplicity of Sicilian recipes (grilled fish with salmoriglio and fennel seeds, fried fish, bread crostini with sea urchin).

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Mangiare, a Catania, la granita con panna e “brioscia”. A colazione. A merenda. Quando vi pare. Non si può andar via dall’isola senza aver pucciato – almeno una volta – il tuppo (la sommità della brioscia) in voluttuose e ghiacciate onde di pistacchio, cioccolato o caffè mescolate a cremosa panna montata (nella foto, la granita del Caffè Europa).

Eating, in Catania, a glass of granita with whipped cream and brioche. At breakfast. As a snack. When you want. You can’t leave the island without having – at least once the tuppo of the brioche (its rounded top) in some voluptuous and icy waves of pistachio, chocolate or coffee mixed with velvety whipped cream (in the pic, Caffè Europa’s granita).

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Affondare il cucchiaino nel gelo di anguria. Un dolce-non dolce che è l’essenza dell’isola fatta gelatina. Fresco e delicato è probabilmente meno conosciuto di altri dessert tipici ma è perfetto quando il sole vi abbaglia (devo dirvelo, cannoli e cassate i siciliani d’estate non li mangiano, lol lol). Se invece arrivate in inverno, andate alla ricerca di quello profumato con cannella, limone o mandorla. Il rischio è di non poterne più fare a meno (e se vi ha incuriositi e cercate la ricetta la trovate qui).

Sinking the spoon in some gelo di anguria (watermelon jelly). A simple dessert thats the essence of the island made as ​​jelly. Fresh and delicate is probably less known than other typical dessert but perfect when the sun dazzles you (I gotta tell you, we usually don’t eat cannoli and cassata during summer). If you arrive in the winter, go in search of the gelo di cannella (with fragrant cinnamon), limone (lemon) or mandorla (with almond milk). The risk is to became addicetd to it.

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Infine. Lasciarsi guidare dall’istinto e perdersi tra stradine e paesini poco noti (e meno turistici). Ci sarà sempre uno scorcio inatteso, un particolare, un colore sbiadito dal sole, un muretto di pietra, che resterà nel vostro cuore, come nel mio.

Be guided by instinct and get lost in streets and villages little-known (and less touristy). There will always be a glimpse of unexpected, a detail, a color faded by time and sun, that will remain in your hearts, as in my.

Piesse: chi mi segue anche su Instagram (sono insta-addicted!) avrà probabilmente già visto queste foto (scattate con iPhone) ma non ho resistito alla tentazione di condividerle anche sul blog. Merci.

8 commenti Aggiungi il tuo

  1. I love Sicilia, scorre nel mio sangue e presente sempre nel mio cuore!
    ciao Manu

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    1. Alessandra ha detto:

      Ciao Manu :))
      la Sicilia è speciale, basta poco per amarla (anche “con” e “per” i suoi difetti).
      A presto!!!
      Alessandra

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  2. mir ha detto:

    Carissima, sono stata in Sicilia d’estate, anni fa. Solleone, pressione bassa, ma quante emozioni!!!! Ricordo le fantastiche mandorle raccolte dall’albero e sgusciate con i sassi, un sapore che nessuna mandorla di nessun negozio del nord – per quanto fresca – può eguagliare. E poi, le granite sì. Ma quella al gelso!!! che roba meravigliosa….Ho pensato che sono disposta a farmi altri 15 giorni con 40 gradi pur di riassaggiare tanto bontà estiva… Miriana

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    1. Alessandra ha detto:

      Ciao Miriana,
      che bei ricordi siciliani!!! Grazie di averli condivisi!
      Ancora oggi le mandorle che mangio in Sicilia hanno un sapore proprio diverso, di sole e campagna così come le verdure (soprattutto melanzane e pomodori). Se parliamo di granita di gelsi poi ..sfondi una porta aperta :)) d’estate è la mia preferita con quella di limone.
      L’estate in Sicilia dura tanto, se vai a settembre trovi un clima gradevole e soleggiato ma non afoso, dài che un giretto vale la pena rifarlo :)

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  3. mir ha detto:

    Sob, sob….coltello nella piaga, ho appena saputo di una conoscente che parte per la Sicilia settembrina, che immagino divina per temperatura e aromi..Io però sono insegnante e per fare questa esperienza dovrò aspettare la pensione! ;) Ma non mi scoraggio perché mi rifarò con il primaverile profumo di zagara! (sperimentato in Spagna e rimasto nel mio cuore). Pasqua cade bene per la fioritura di aranci?

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    1. Alessandra ha detto:

      La primavera è bellissima in Sicilia (sono di parte..) e tra aprile e maggio fioriscono gli aranci :))) quindi anche Pasqua è un ottimo periodo per visitare l’isola e godere dei suoi fiori profumati, senza soffrire troppo il caldo.
      Lo scorso febbraio, a proposito, sono tornata dopo tanti anni nella Valle dei Templi di Agrigento e i mandorli in fiore mi hanno stregata…

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  4. mir ha detto:

    Perfetto! la prossima Pasqua ad aprile inoltrato e la Sicilia sarà di nuovo mia!:) La tua ultima nota mi impone di dire quello che prima avevo censurato…le mandorle di cui sopra – quelle dal sapore strabiliante – erano proprio quelle della valle dei Templi… mangiate da me e dalla mia amica tra l’estasi e il senso di colpa (“si potrà? non si potrà?se ci vedono?? ah, ma anche gli altri…”). Ecco, l’ho detto, mi sono liberata del peso del misfatto…Nei miei ricordi si mescolano il caldo pazzesco, i litri d’acqua bevuti senza mai andare in bagno (evaporati???), le mandorle sgusciate fai da te (pietra del giusto peso e con la giusta forza per rompere appena il guscio e lasciare intatto il frutto:), il calore caldo e sensuale dell’arenaria dei templi, le foto sceme con le pose tipo Doriforo o Diadoumenos – giusto per rimanere in tema di grecità – , l’abbigliamento non proprio archeologicamente corretto (quasi bikini? ma anche quasi 45 gradi!), in simpatico contrasto con quello di una barocca e paonazza sposa che – gambe fasciate da calze di nylon – si arrampicava sui gradoni di un tempio incitata dal fotografo “, forza cara, un sorriso, dai, un ultimo sforzo!” :)

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    1. Alessandra ha detto:

      Ha ha, fare outing fa bene! lol lol. Allora quelle mandorle non potevano che avere un gusto indimenticabile fatto di storia, salsedine e terra arida. Anche lo scorso febbraio il caldo nella Valle era insolito. Ricordo di essermi messa subito in t-shirt (arrivavo dal freddo padano) per poi rimanere, l’indomani, bloccata con il mal di schiena per una settimana (non ho più l’età!). Poverella la sposina, tra l’altro arrampicarsi intorno ai templi non è facile nemmeno con le scarpe da tennis :)))) (immagino la scena e rido!).

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