
Arrivo un po’ tardi, a distanza di qualche mese (sono andata lo scorso agosto, sorry!) per parlarvi di uno dei miei posti preferiti a Parigi quando si tratta di cucina giapponese.
Kunitoraya = un bistrot tutto dedicato alla cucina semplice e di casa, senza sushi e senza maki.
L’ho scoperto tanti anni fa (circa 9) mentre passeggiavo per le vie di quella che viene chiamata *Little Tokyo* un microcosmo di fascino franco-asiatico che parte da rue Sainte-Anne e dintorni, un susseguirsi di ristoranti, sale da tè, sushi bar, boulangerie e negozi tutti a tema orientale, soprattutto giapponese, coreano, vietnamita. Una zona molto amata dagli appassionati e frequentata a qualsiasi ora.

Appena ho messo piede in città la testa ed il cuore mi hanno (ri)portata subito qui, dicevo, dove la cucina è a vista e senza barriere con i clienti. Qui dove si chiacchiera rumorosamente, si mangia gomito a gomito con gli altri avventori, mentre le bacchette scorrono veloci sulle ciotole.

Seduta su uno sgabello piccolo piccolo anche per me (e dire che ho un fisico minuto), al tavolo condiviso, mentre assaporavo i miei udon bollenti in brodo di miso – nonostante il caldo estivo, lol – ho provato un momento di emozione, ho trattenuto una lacrima di felicità.
E’ solo un izakaya, penserete, ma il valore affettivo di certi luoghi, alcune volte, non si riesce proprio a spiegarlo. Tant’è che nei giorni trascorsi a Paris sono tornata per sedermi, ancora, stretta stretta al mini bancone con vista sulla strada (!), per assaporare una confortante ciotola di udon.




Ora chiudo con le emozioni e passo al cibo. Gli udon sono fatti in casa e hanno una consistenza, secondo me, perfetta: morbidi e al tempo stesso elastici, porosi quel che basta per impregnarsi del sapore umami, tipico del brodo giapponese. Sono serviti nella classica zuppa fumante, ma si possono scegliere anche freddi oppure da intingere in un brodo leggero a base di soia a cui aggiungere a piacere wasabi, semi di sesamo, cipollotto affettato etc.
Cosa ho mangiato? Udon atsu-atsu con un brodo caldo carico di gamberi e alghe, kunitora con saporitissima carne di maiale in un brodo denso a base di miso. Kama age, ovvero udon da intingere nella salsa, nella variante yasaiten con croccante tempura di verdure.
Non mancano poi i classici come tonkatsu (gustosa cotoletta di maiale deep fried), tempura (veggie o mista con pesce), tamagoyaki (frittata sottile e arrotolata, servita con daikon grattugiato, la ordino sempre quando è in menu), karaage (succoso pollo, marinato e fritto). Tra le specialità anche il donburi tipico piatto unico = una ciotola di riso cotto al vapore sormontato da pollo e uova, oppure cotoletta di maiale o ancora tempura, manzo wagyu e così via.


I dolci in menu sono sono quelli tradizionali, wagashi. Ho un debole per i mochi, ma solo quelli morbidissimi e ripieni, che si trovano principalmente nei locali “autentici” e se tra gli ingredienti ci sono pure matcha o azuki non dico mai di no.

Bistro Kunitoraya – 1, rue Villedo 75001 Paris. Métro: 7, 14 Pyramides. Prezzi: udon 14-26 € – appetizer 5-28 € – donburi 20-26 €. Il sito del ristorante può confondere visto che ci sono diversi locali sotto lo stesso chef che offrono proposte diverse. Da quello che ho visto il bistrot è al momento attivo e c’è anche un altro indirizzo per mangiare gli udon. Consultate la loro pagina Instagram.